ESCAPE='HTML'
 ESCAPE='HTML'
 ESCAPE='HTML'

Fama e infelicità per una donna bellissima


Gene Eliza Tierney era nata da una famiglia benestante (Brooklyn 1920) e si poté inserire senza troppe difficoltà nell'ambiente di Broadway non solo per il conturbante fascino ma anche grazie all'aiuto del padre, che nel 1938 fondò una apposita società per sponsorizzare la figlia. All'anno successivo risalgono le sue prime apparizioni cinematografiche (tra cui Il vendicatore di Jesse il bandito). Nel 1940 aveva partecipato già a cinque film.
Gene Tierney raggiunse però l'apice della fama nel 1943 quale protagonista nel film Il cielo può attendere di Ernst Lubitsch. I suoi ruoli cinematografici più celebri restano quello della misteriosa Laura in Vertigine di Otto Preminger e quello che le valse la nomination all'Oscar nel 1946 quale miglior attrice: la tormentata Ellen di Femmina folle, film diretto da John Stahl.
In seguito alla nascita di una figlia menomata (conseguenza di una rosolia contratta in gravidanza) e al naufragio del suo matrimonio con lo stilista Oleg Cassini, l'attrice cadde nel vortice della depressione, che la afflisse per anni e per cui dovette essere ricoverata nel 1955. Solamente nel 1962 riuscì a tornare sul grande schermo in Tempesta su Washington, ancora diretta da Otto Preminger.
Nel 1978 insieme ad Herskowitz ha scritto un'autobiografia (mai uscita in Italia), intitolata Self Portrait, nella quale l'attrice ripercorre la sua intera carriera, affrontando il periodo buio della malattia mentale.
Gene Tierney è morta nel 1991, all'età di 70 anni, per un enfisema polmonare e riposa nel Glenwood Cemetery di Houston. Lungo l' Hollywood Walk of Fame una delle celebri stelle ricorda il suo nome.

 

FEMMINA FOLLE, la trama.
E' una storia drammatica e a tinte fosche, com'era nello stile dell'epoca.Un giovane romanziere, Richard Hartland, viene avvicinato in treno da una bella e ricca ereditiera, Ellen Berent. Richard non sa resistere al suo fascino ed i due si sposano pochi giorni dopo essersi conosciuti, nonostante sia la madre che la sorellastra Ruth tentino di opporsi. Inizialmente il matrimonio sembra felice. Ellen è molto innamorata e pare circondare Richard di premure ed attenzioni. In realtà, la donna vorrebbe che Richard non avesse occhi che per lei e cerca di allontare tutte le persone che si possono frapporre fra lei ed il marito. Durante una gita in barca sul lago presso cui sorge la loro casa, Ellen, gelosa dell'affetto che Richard nutre nei confronti del fratello, spinge questo a fare una nuotata e poi lo lascia annegare, simulando una disgrazia. Rimasta incinta, teme che anche il figlio, non ancora nato, le sottragga le attenzioni di Richard che, nel frattempo, si è avvicinato alla sorellastra Ruth. Resa folle dalla gelosia, Ellen dapprima fa in modo di perdere il bambino facendosi cadere dalle scale, poi si suicida col veleno dopo aver scritto una lettera in cui accusa Ruth. Durante il processo, Richard rivela alla giuria i suoi sospetti sulla morte del fratello e la verità viene a galla. Ruth è libera e Richard, una volta scontato un breve periodo di prigione per non aver denunciato a suo tempo il delitto, potrà ricostruirsi una nuova vita con lei che lo ama da sempre.

 


OLEG CASSINI
Era originario di Parigi e discendente da una famiglia di antica nobiltà. Dopo la caduta dell'Impero Russo, per il quale il nonno di Oleg svolgeva la funzione di ambasciatore, la famiglia si trasferisce a Firenze. Qui Cassini studia arte con Giorgio de Chirico, poi si trasferisce a Parigi per un periodo di apprendistato con lo stilista Jean Patou. Infine, da sempre attratto dal mondo del cinema, si trasferisce definitivamente negli Stati uniti nel 1936. Nei primi anni quaranta inizia a lavorare come costumista per la Paramount Pictures. Sul set di Femmina folle conosce Gene Tierney, che sposerà e dalla quale avrà due figlie. Dopo la seconda guerra mondiale continuerà a lavorare come costumista per il cinema, la televisione e Broadway. Nel 1952 Oleg e Gene si lasciano. Negli anni sessanta Cassini diviene famoso come sarto personale di diverse celebrità come l'attrice Audrey Hepburn ed in particolar modo della first lady Jacqueline Kennedy, per la quale disegnò oltre 300 abiti. Per un breve periodo i pettegolezzi unirono il suo nome a quello di Grace Kelly.